RECENSIONE
TITOLO: Tempi duri per i romantici
AUTORE: Tommaso Fusari
CASA EDITRICE: Mondadori
COLLANA: Chrysalide
PAGINE: 203
PREZZO: 16.00€
Ho scoperto questo libro nella libreria di mia madre. Non guardo molto spesso i suoi nuovi acquisti dato che la maggior parte sono sul campo dell'insegnamento, essendo lei una maestra, per questo mi sono stupita quando, entrando casualmente nel suo studio, mi è caduto l'occhio esattamente su questo volume. Ne avevo sentito parlare, però non mi era mai capitato di leggerne nemmeno la trama di copertina, che una volta letta mi ha subito incuriosita. Così ho deciso di intraprendere questa lettura, anche per staccarmi un po' dai thriller e leggere un romanzo.
Questo libro racconta la storia di Stefano, un ragazzo insoddisfatto del modo in cui sta vivendo la sua vita. Ha una fidanzata, un lavoro, ma non si sente al completo. Un giorno ritrova in soffitta un oggetto, regalatogli dalla sua migliore amica d'infanzia che non vede da quando, dieci anni prima, si è trasferita di casa con la madre, senza lasciare indicazioni, nè mandare nessun messaggio. Stefano inizia così a ripensare al periodo della sua infanzia e decide che vuole mettere in chiaro questo pezzo del suo passato; ed è proprio per questo motivo che parte alla ricerca di Alice, la sua amica.
La prima cosa che traspare dal romanzo è lo stile fresco e giovanile del linguaggio, non si va, infatti, a cercare paroloni, ma semplicemente parole che si userebbero tra amici e questo mi ha subito messo a mio agio con il romanzo.
Un'altra cosa che mi è piaciuta molto è stato il susseguirsi degli avvenimenti, dando l'idea che quello che veniva narrato sarebbe potuto essere un fatto reale, attuale.
Una cosa che ho notato molto nel libro era la presenza di metafore e similitudini. Questo aspetto ha avuto sia dei lati positivi che negativi. In alcuni casi era bello, piacevole, avere delle metafore, ma in certi altri casi la narrazione diventava forse un po' troppo incasinata appunto con il "troppo" utilizzo di queste figure retoriche.
Per quanto riguarda i personaggi, la cosa che mi ha molto colpita è stata la volontà d'animo di Stefano. Come si vedrà, infatti, dovrà lasciare la sua città, Roma, per intraprendere il suo viaggio alla ricerca di Alice, dovendosi anche trasferire a Torino. Questa sua forza si percepirà anche in altre occasioni che non vi sto adesso ad anticipare.
Leggere questo libro è stata una semplice boccata di aria fresca e mi ha lasciata con un senso di leggerezza addosso. Il testo sembra una vera e propria poesia in prosa: molto profonda e riflessiva. In alcuni punti c'erano anche delle situazioni che facevano ridere (battute, pensieri, o anche semplicemente dei gesti da parte dei protagonisti) difficili da trovare in altri libri.
Verso la fine del romanzo, ci si trova (o almeno così è successo a me) a far il tifo per i due ragazzi, per la loro vita insieme e per la loro felicità, ma anche qui l'autore ha saputo farci tornare con i piedi per terra con un evento del tutto inaspettato e che scombussolerà molto il lieto fine tanto atteso.
Appunto riguardo al finale non so cosa pensarne... Non riesco a decidere se lo trovo coerente o meno con la storia, tuttavia mi è sembrato abbastanza adeguato per farci capire che questa storia potrebbe diventare una normalissima storia d'amore reale e si sa che nella realtà non sempre può esserci il lieto fine.
Voi lo avete letto? Cosa ne pensate nel complesso? E per quanto riguarda il finale?
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