RECENSIONE
TITOLO: Madre, padre, figli
AUTORE: Carin Gerhardsen
CASA EDITRICE: Dalai Editore
COLLANA: Giallo & Nero
PAGINE: 300
PREZZO: 17,90
Allora... da dove iniziare? Devo ammettere che con questo libro ho avuto un rapporto un po' travagliato. Lo avevo iniziato con tanti buoni propositi e fiduciosa sul fatto che si sarebbe rivelata un lettura intensa ed accattivante. Non è stato così.
La storia inizia in maniera molto lenta, descrivendo moltissimi personaggi e tutte le loro rispettive vite che sono completamente scollegate tra di loro. Proprio per questo motivo ho inizialmente fatto molta fatica ad entrare nell'ottica della storia e posso assicurare che per le prime ottanta pagine non succede niente, se non il fatto che vengano presentati tutti i personaggi. Poi, di punto in bianco avvengono due omicidi, che sembrano totalmente scollegati tra di loro: uno su una stradina di Stoccolma e l'altro su un traghetto diretto in Finlandia. Viene convocata la squadra mobile di polizia di Hammarby che si trova divisa in due per poter indagare sui due omicidi separatamente. La ricerca del colpevole ed i diversi punti di vista degli agenti si intersecano con la vita di una bambina di tre anni che, apparentemente lasciata da sola in casa, si trova a comporre numeri a caso sul telefono fino a riuscire a contattare una donna la quale, saputa la situazione in cui versa la bambina si mette sulle sue tracce. Poi c'è la vita privata del commissario Conny Sjoberg, e quella dell'agente Petra Westman. Il tutto condito anche con punti di riflessione da parte dei familiari delle vittime. Praticamente iniziando a leggere, io non avevo capito quasi niente ed avevo bisogno di rileggere più volte alcuni passaggi per chiarire di chi si stesse parlando in quel momento.
Successivamente la cose si sono un po' semplificate, focalizzando l'attenzione solo su determinati personaggi e così è stato più facile per me entrare nella storia.
Un'altra cosa che ho poco ben capito è la struttura del romanzo. Esso, infatti, è diviso in due parti: una iniziale, brevissima, ambientata nel 1964 e l'altra che forma l'intero romanzo del 2007. Non riesco proprio a capire come possano essere collegate. Durante la lettura avevo fatto delle ipotesi di collegamento con dei personaggi ma mano a mano che andavo avanti nella storia le scartavo tutte. Quindi... boh.
Ci sono stati poi altre aspetti che mi sono sembrati poco veritieri, per esempio come una bambina di tre anni riesca a sopravvivere in casa per quattro giorni cibandosi e pulendo i propri bisogni tutta da sola, oppure di come un uomo recatosi in Giappone che, non ricevendo notizie da parte di sua moglie sulle sue condizioni e su quelle dei due figli, non si preoccupi minimamente.
Durante la lettura del romanzo sono stata colta più volte dalla voglia di lasciar perdere e magari riprenderlo in un secondo momento e concentrarmi magari su qualche altro libro, ma poi, conoscendomi, sapevo che non l'avrei ripreso in mano tanto facilmente e dato che non mi piace molto lasciare le cose a metà ho deciso che magari avrei fatto un sacrificio, sperando che la trama si facesse un po' più movimentata andando avanti.
Fortunatamente è stato così. Le ultime cento pagine le ho lette in un solo colpo oggi pomeriggio. Devo dire che mi hanno sorprese. Anche il finale mi ha lasciata un po' sorpresa. Avendo compreso com'era il romanzo non mi aspettavo poi così tanto dal finale. Non è stato chissà cosa ma per come era iniziato mi ha abbastanza sorpreso.
Riguardo al modo di scrivere da parte dell'autrice non ho niente da ridire: scrittura lineare, impeccabile e comprensibile. Certo, una pecca sono stati i nomi dei vari luoghi, che nella traduzione in italiano restano comunque in lingua originale e sono difficili da pronunciare, perciò molte volte mi sono scoperta a saltarli automaticamente e questo forse ha contribuito alla mia difficile comprensione iniziale.
Per esprimere un parere complessivo sul libro non riesco a trovare le parole adatte, dirò semplicemente che il finale compensa la parte iniziale e che per vedere lo scioglimento della vicenda è valsa la pena leggere tutto il libro.
C'è qualcuno che lo ha letto? La pensate come me oppure avete un parere completamente diverso dal mio? E, soprattutto, c'è qualcuno che è riuscito a trovare un collegamento tra le due parti (1964-2007)? Fatemelo sapere nei commenti! A presto!
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