venerdì 21 settembre 2018

Recensione: Anna

RECENSIONE


TITOLO: Anna
AUTORE: Niccolò Ammaniti
CASA EDITRICE: Einaudi
COLLANA: Einaudi Big
PAGINE: 304
PREZZO: 13,00€

Buongiorno a tutti! Siamo entrati ufficialmente in autunno! E con questo libro stupendo la giornata mi sembra persino migliore di come realmente è. Ho finito di leggere "Anna" stamattina in autobus e questo mi ha lasciata intontita per tutta la giornata. Ho trovato il libro veramente bello e sul finale non si poteva evitare di commuoversi.

Avevo in mente di leggere questo libro sin da quando lo avevo acquistato. Poi però, veniva sempre "superato" da un altro libro e rimaneva sempre lì nello scaffale, buono buono, aspettando pazientemente il suo turno. Se devo essere sincera al 100%, prima di iniziare questo libro ne avevo iniziato un altro. Questo, però, non mi ha colpita subito e mi sono accorda dopo le prime pagine che richiedeva un certo livello di attenzione, cosa che non si riesce facilmente a trovare in autobus alle 7 di mattina, perciò è tornato ad occupare il suo posto in libreria ed io mi sono finalmente decisa a prendere in mano Anna. 

Questo volume è il primo che leggo riguardo al celebre Niccolò Ammaniti. Ovunque, vedo esposto almeno uno dei suoi libri e sono veramente felice di aver letto come suo primo romanzo proprio questo. Adesso sono super invogliata a comprarne altri. 

Il romanzo è ambientato in una Sicilia completamente devastata da incendi e terremoti, derivati tutti dal rilascio di un virus mortale. La particolarità di questo virus però, è che non attacca tutta la popolazione, ma solo gli adulti, o come vengono definiti nel libro i Grandi. I bambini ne sono completamente immuni, questo dovuto ad un ormone che si sviluppa solo dopo la pubertà. Ed è così che incontriamo la nostra protagonista, dalla quale prende il nome il libro: Anna. Inizialmente nel romanzo viene narrata la storia della famiglia di Anna che, dopo la morte dei Grandi, si ritrova alle prese con il suo fratellino Astor. Cercherà di crescerlo proprio come avrebbe voluto sua madre, ma questo si rivelerà molto difficile in un paese dove il cibo scompare velocemente, la tecnologia perde tutta la sua funzionalità e delle bande di bambini sopravvissuti e tornati allo stato quasi primitivo invadono, saccheggiano e distruggono ogni cosa.

Appena iniziato questo romanzo mi sono subito trovata immersa nella storia, incuriosita soprattutto dalla inusuale ambientazione e dalla freddezza con la quale l'autore è riuscito a caratterizzare i vari luoghi e le varie scene in modo da far comprendere a pieno i sentimenti e le emozioni dei vari personaggi. Mano a mano che si continua a leggere, ci si ritrova catapultati in un mondo che assomiglia sempre più ad un mondo post-Apocalittico. 

Come sopra accennato mi sono piaciute molto le descrizioni. Erano crude, aspre, ed anche il linguaggio era ben scelto e adeguato ad una bambina di tredici anni. Dalle descrizioni del passato dei personaggi si riesce a comprendere molto sulla loro personalità e su come le scelte che fanno siano collegate con le esperienze da loro vissute. 

Il libro è, inoltre, carico di messaggi molto forti: innanzitutto fa riflettere sulla protagonista, ovvero su come una ragazzina riesca a provvedere al suo sostentamento e a quello di suo fratello. Inoltre, con le sue varie riflessioni, riusciamo ad entrare in sintonia con il suo modo di pensare e molte volte mi è capitato di provare a mettermi nei suoi panni. Un'altra cosa che traspare dal romanzo è la pietà che l'autore cerca di far provare nei confronti dei personaggi. Ed è proprio così che un cane descritto nei primi capitoli del libro come un cane rabbioso e molto violento, riuscirà a riscattarsi nella fine del romanzo occupando un posto d'onore nel cuore di ogni lettore. Un altro messaggio, è anche come la mente umana, soprattutto quella dei bambini, sia facilmente malleabile e di come possano sprigionarsi degli istinti primitivi nella vita di tutti i giorni. All'interno del romanzo il confine tra la vita e la morte non sarà nient'altro, infatti, che un lieve passaggio, il più delle volte sottovalutato o non preso in considerazione. Molti bambini provano gusto nell'uccidere o nel lottare, senza rendersi conto realmente di quello che fanno. Questo aspetto, mi ha fatto subito pensare ad un altro libro di formazione che avevo letto tempo fa ovvero "Il signore delle mosche" di William Golding. Ne "Il signore delle mosche" però non mi è sembrata di essere presente interamente nella lettura come in "Anna". 

Una cosa che mi è piaciuta molto, oltre a tutte quelle sopra elencate, è stata lo stile con il quale Ammaniti abbia scritto il romanzo. Il linguaggio non era nè scontato o debole, nè difficile o con periodi lunghi e complessi. Ho finito il libro senza che me ne accorgessi provando una strana tristezza per il fatto di dover abbandonare Anna e suo fratello Astor. Alla fine del libro erano diventati dei veri e proprio compagni, cosa che mi è successa solo in pochi altri libri.  

Consiglierei questo libro a tutte quelle persone che magari si sentono un po' giù di tono per riflettere sui messaggi della vita, e per apprezzarne ogni momento. Concludo dicendo che io ho amato questo libro e che spero piaccia anche a voi.

Mi raccomando, fatemi sapere quale libro di Ammaniti vi è piaciuto di più!  

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